LA PANDEMIA E LA NECESSITA’ DI CAMBIARE LA NOSTRA VISIONE DEL MONDO
“La realtà è peggiore: all’uomo non è possibile evadere dalla natura, tutt’altro che pacifica e armonica nel suo essere. La teoria dell’evoluzione mostra come si realizzi la sopravvivenza degli organismi più forti e adattabili. Una volta nati siamo destinati a scomparire, e nel frattempo siamo impegnati, in competizione con gli altri viventi, ad assicurare la sopravvivenza ai nostri geni. Tutto ciò ci inquieta e sottomessi alla natura, torna a noi, ancora più urgente, la domanda: dov’è dunque Dio?” Con questa frase inserita in un lungo articolo dell’11 aprile ’20, apparso su Avvenire, Dietrich Korsch, teologo luterano, testimonia il dubbio e la riflessione che anche la teologia si pone sul futuro dell’umanità, o meglio, del Creato, ai tempi della pandemia. Il teologo conclude la sua riflessione sostenendo che “la natura non determina il senso della nostra esistenza poiché nulla ci può separare dall’amore di Dio”. In tal modo prova a risolvere il dubbio che investe tutti noi sul complesso rapporto uomo/natura che è alla base della nostra sopravvivenza e dell’esplosione della pandemia virale.