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LA VIRTU’ DI DON CALOGERO SEDARA

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letteredi Adriano Voltolin

Un banale scambio di battute con un albergatore nella Sicilia sud-orientale che desiderava nascondere in modo puerile che non accettava una carta di credito perché la banca emettitrice gli chiedeva commissioni troppo alte, mi ha riportato alla mente la figura di don Calogero Sedara, il padre di Angelica nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Il principe di Salina, dopo aver declinato l’invito a diventare senatore del nuovo Regno d’Italia, dice a Chevalley, l’inviato di Vittorio Emanuele, che gli suggerirebbe un nome più adatto del suo per i tempi che si avvicinano, quello appunto di Calogero Sedara che così descrive [1]:

”Pandemia e cambiamenti nella nostra identità personale e sociale” (Testo presentato il 14.05.22 alla Giornata COME LA PANDEMIA HA CAMBIATO IL SENSO DEL NOSTRO ESISTERE FOCUS SUL MONDO DELLA SCUOLA, organizzata dalla ASSOCIAZIONE CENTRO STUDI MARTHA HARRIS di Savona)

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letteredi Luca Panarello

Hanna Segal (1992) affermava che gli psicoanalisti possono parlare in modo autorevole non solo della cura dei propri pazienti, ma anche di contenuti attinenti a tematiche sociali. Questo argomento è stato ripreso più volte dalla psicoanalista e la citazione compare anche all’inizio del suo scritto “From Hiroshima to the Gulf War” (Papers 1972-1995 ”Psychoanalysis, Literature and War”).

OMBRE ROSSE E REALTA’ NERE

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letteredi Adriano Voltolin

L’operazione Ombre Rosse che ha portato all’arresto in Francia, e alla possibile estradizione, di una decina di ex appartenenti alle formazioni di sinistra che avevano dato vita alla lotta armata in Italia tra i primi anni ’70 e la metà del decennio successivo, merita più di una riflessione. Molti organi di informazione si sono precipitati ad affermare che finalmente è stata ristabilita la giustizia e che coloro che erano stati condannati potranno scontare la pena loro inflitta. Di giustizia si tratta quindi, non di vendetta. Anche la ministra della giustizia Marta Cartabia ha subito precisato che non si cercano vendette e che non si sarebbe assistito a scene francamente imbarazzanti per la loro grevità come quella a cui si era assistito all’arrivo di Cesare Battisti in Italia, quando un ministro della Repubblica era stato ripreso, trionfante, mentre aspettava che scendesse dall’aereo il reo in manette.

Cambiamenti psichici e modificazioni identitarie all’epoca del coronavirus

Written by laura. Posted in Articoli, homepage

letteredi Luca Panarello

Quando ho iniziato a pensare di poter scrivere qualcosa sulla pandemia che ci sta ancora affliggendo e travolgendo, mi è venuta in mente la nota considerazione di Freud, spesso citata e anche un po’ abusata, sulla capacità di amare e lavorare, con riferimento alle due importanti funzioni dell’Io: quella di stabilire/intrattenere relazioni affettive, e quella di svolgere la propria attività lavorativa, entrambe fondamentali per la nostra sopravvivenza fisica e psichica. Tali capacità (affettiva e lavorativa) sono state messe a dura prova nel periodo di lockdown che ha costretto molte persone, per un periodo piuttosto lungo, ad interrompere relazioni affettive significative, rapporti sociali e lavorativi. Per alcuni si è trattato, invece, di vere e proprie perdite: occupazionali, sentimentali (es. separazioni), lutti. Tutte esperienze di natura traumatica caratterizzate da imprevedibilità, senso di estraneità e difficoltà di elaborazione.

LA PANDEMIA, L’ISOLAMENTO SOCIALE E I SUOI EFFETTI SULLA CLINICA PSICOANALITICA

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letteredi Maria Cristina Bacchetta

Il filosofo sudcoreano Byung Chul-Han parla di una “Società della fatica”. “Società delle prestazioni”

NON POTEVO CREDERCI!

A metà febbraio 2020, pochi giorni dopo il mio ritorno dalle vacanze estive1, una mia collega, con la quale condivido lo studio, mi racconta che sua figlia, che vive a Barcellona, le ha riferito che lì la gente aveva smesso di andare al lavoro, che lavorava da casa.

Ho detto: “E perché? Strano! Non può essere… Deve essere che lo fanno nel loro lavoro” (per il tipo di azienda era possibile). No! La mia collega mi dice che è a causa del coronavirus.

Ma il coronavirus è in Cina!

Tre giorni dopo stavo correndo, io e tutta la mia famiglia, a prendere il vaccino antinfluenzale e due giorni dopo mi stavo preparando per restare a casa e non tornare in studio: sono passati quasi 90 giorni.

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